lunedì 9 aprile 2012

CHE ROMPI CACCIA!

Da piccolo mia madre dopo la chiusura delle scuole
mi portava dai  miei zii in campagna, "grande cosa per me" aspettavo quel periodo per tutto l'anno, ricordo che il mio primo pensiero era quello di trovare scarpe vecchie e una camera d'aria di bicicletta, dalle scarpe staccavo la parte di pelle sotto i lacci che utilizzavo per fare la pezzola della fionda e la camera d'aria per gli elastici 
il manico a forma di v leggermente curvo invece lo trovavo li in campagna, anche se ogni volta mi beccavo una sgridata da mio nonno che viveva con i miei zii, diceva sempre che gli rovinavo le piante, forse aveva ragione, perchè non mi limitavo ad un solo ramo se ne vedevo uno più bello di quello che avevo tagliato, tagliavo anche quello finchè non ero pienamente soddisfatto della mia fionda. 
La portavo sempre al collo e la sera la nascondevo perchè se il nonno la trovava la gettava nel fuoco, non faceva altro che dire sempre" tu ti fai male e prima o poi fai male a qualcuno
(uuuu, che palle!!!!, dicevo in me........)
Per tutta l'estate andavo in giro per la campagna, sempre a caccia, ma i risultati però non erano mai buoni, solo tasche piene di sassi che alla fine si bucavano e così oltre mio nonno mi toccava sentire anche mia madre.
Un giorno però!, la svolta, mio zio stava trafficando nella cantina con le sue cose e mi accorsi che aveva una damigiana di quelle con la bocca larga dove ci si tengono dentro le olive, piena piena di pallini da caccia, anvediiii!!!, gaiardooo!!!, lo pensai, ma senza dirlo altrimenti avrebbe capito il mio scopo nell'aver fatto quelle espressioni.
Mio nonno, come tutti i contadini aveva qualche attrezzo da calzolaio, che chiaramente non mi faceva toccare perchè secondo lui mi ci sarei fatto male solo nel guardarli, figuriamoci ad usarli....allora quando lui non c'era gli presi la suggia o subbia a secondo dei dialetti italiani, mi serviva per bucare la pezzola della fionda sui lati per poi legarli tra loro con lo spago, in modo che diventasse come un cotenitore, così ci avrei potuto mettere dentro i pallini visti in quella damigiana, e allora sì!, che si andava a caccia!! 
Fu un estate di caccia ricca, mi appostavo la sera vicino i filari dell'uva aspettando i passeretti che si posavano e ogni botta ne cadeva uno, da quel giorno ogni piccolo animale che si trovava a tiro era morto.
Mia zia invece non mi diceva nulla e me li cuoceva anche qualche volta, peccato però che durò solo quell'estate perchè la damigiana di pallini non ebbe una lunga vita, mio zio verso la fine dell'estate si accorse che era quasi vuota,"altra bella sgridata" e la nascose, così si chiuse la mia caccia...........
Ora sono grande e ho la licenza di caccia, il fucile, il cane e i soldi per i pallini, purtroppo però,... tra lo stato che ti limita i tempi, i luoghi, ti spilla pure diversi soldi e gli ambientalisti, tutto sembra sempre uguale......C'è sempre chi rompe i coglioniiii....... 

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