domenica 20 aprile 2014

La fragilità del fiore non è debolezza


E' un bonsai di faggio che raccolsi circa 25 anni fa  in una faggeta di Arcinazzo Romano.
Penso che le piante abbiano il potere di trasmettere a noi qualcosa di profondo,
qualcosa che ti porta ad averne cura senza che  te lo chiedano, senza che nessuno te lo ordini, si fa così, per un istinto naturale.
Che motivo abbiamo noi umani di stare li a curarle con innaffiamenti, con concimazione, con potature che rendono migliore la loro crescita, chi ce lo fa fare, infondo c'è la natura per questo, però nella mia vita ho notato che tutti coloro che hanno abbastanza cura delle piante hanno un senso diverso della vita rispetto a chi non lo fa.
Con questo non voglio certo dire che chi non cura le piante sia cattivo e chi le cura sia buono ma sicuramente una differenza c'è; per esempio nella cultura orientale la cura dei giardini è un elemento di terapia che se non sbaglio viene praticata proprio come cura della mente oltre alla bellezza ornamentale che un giardino ben curato può dare ad una villa oppure ad un parco.
Forse secondo me nelle piante esiste un richiamo alla nostra madre terra dalla quale noi ne facciamo parte integrante da sempre, e per alcuni in particolare questo richiamo è più forte, al punto che spesso senti dire da qualcuno che non va in vacanza perché non ha nessuno che possa prendersi cura di loro nelle sua assenza.
A questo punto mi chiedo senza prolungarmi troppo nel discorso che penso si sia capito in linea di massima :
che umano è chi non è sensibile a questo, e che comportamento esercita verso gli altri umani?
La varietà di umani è vasta, per esempio esiste chi cura la pianta perché ne sfrutta i frutti, chi ne fa un commercio chi le ha solo per vanto e la cura la lascia ad altri.... ma chi le ama veramente quasi allo stesso modo come se fosse una sua creatura?
Però se chiedi a chiunque incontri come immagina il paradiso sicuramente nella visione le piante e i fiori esistono.

Nessun commento:

Posta un commento