venerdì 11 luglio 2014

IL QUI ED ORA COME FUGA

   

Il qui ed ora è la realtà presente, da essa deve partire ogni visione che non sia illusione.


Allargando lo sguardo, nello spazio e nel tempo, come noi umani siamo capaci di fare, può emergere la problematicità dell’esistenza,“questa esistenza ambigua, tormentata, fuggevole e simile al sogno”.

Allora può accadere di essere portati a fuggire dalla consapevole visione del“problema dell’esistenza”, ci mettiamo i paraocchi e ci rifugiamo nella visione presente - un presente a cui tagliamo i significati, un presente intorno a cui facciamo buio, indifferenza.

Ma siamo animali complessi e, se siamo stati sfortunati negli incontri dopo la nascita, siamo diventati complicati, aggrovigliati.

Accade allora che il qui ed ora scotomico, il rifugio a testa bassa nel presente, la fuga a suon di negazioni e paramagiche sparizioni della realtà, ci rende né uomini né animali.

Incapaci d’essere uomini e incapaci d’essere animali.

Se il qui ed ora, l’aderenza al presente è invece scelta istintiva o meditata, successiva alla presa visione del“problema dell’esistenza 
senza far sparire niente o negare ciò che è, resta l’esistenza e si dissolve la problematicità. 

Tanto più la scelta è istintiva, senza ragionamenti, senza parole, tanto meno il nulla e i fantasmi che di esso si nutrono hanno buon gioco delle nostre vite.

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