Gli anni insegnano che tutto ciò che viviamo ogni giorno ci regala
sempre qualcosa che purtroppo però a volte ci sfugge, per il semplice fatto che le nostre attenzioni
non sono concentrate alla vita in se, ma a tutte le nostre fantasie spesso
esagerate . Si arriva ad ottenere
qualcosa che ci piace e ripetutamente si cade sempre nello stesso errore : non
basta , ci vuole di più, quel di più che porta come dicevo a non vedere
ciò che è possibile nelle nostre possibilità, non si fa caso più a quello che
già si ha, ne ai discorsi di altri che
per quanto non siano nostri comunque ci potrebbero insegnare qualcosa , sembra che tutto sia solo ed esclusivamente
volere, volere, volere, così: senza rendersene conto ci si trova a volare in cieli
che non ci appartengono, perché non tutti siamo forniti delle stesse ali; ad esempio esistono amicizie che vivono a
livelli superiori e amicizie di livelli inferiori..... qui cominciano le
stranezze di noi umani che se invece fossimo animali sapremmo distinguere molto
meglio dove sta il nostro posto, ad esempio: una lepre non fa amicizia con
un'aquila, mentre un umano mediocre o un povero capita spesso che fa amicizia
con un ricco, due cose molto complicate
da gestire, specialmente se il ricco o
il povero sono persone di scarso intelletto, oppure in qualche modo disturbati da eventi
legati all'infanzia dove non c’è stato il giusto crescere , sia per povertà che per ricchezza, quindi comunque infelicità.
Il povero forse proprio a causa di questo potrebbe essere giustificato
se da grande cerca amicizie ricche, perché vede in loro quello che lui ha sempre
desiderato e in qualche modo pensa che essendo amico di un ricco anche lui
(sognatore) lo è. Dico forse, perché se fosse povero ma padrone della sua
povertà non sognerebbe ma accetterebbe che la sua vita è cosi come è e non come
lui la vede.
Il ricco forse anche lui potrebbe essere giustificato, perché se è nato già ricco non sa cosa
significa il disagio, tutto gli è stato
dato e allora non vede mai se stesso ma l’astratto che gli fa credere che lui
ha tutto e cosi sminuisce il povero.
A questo punto penso che bisogna fermarsi e farsi qualche domanda: dove sta la felicità?..................
A questo punto penso che bisogna fermarsi e farsi qualche domanda: dove sta la felicità?..................
Per quanto mi riguarda la felicità sta nella mia dignità che non ha a
che fare con il povero o il ricco ma con la mia vita che devo rispettare prima
di tutto, e allo stesso tempo far rispettare da chi pensa con la sua stupidità
da fanciullo.
La felicità sta nel saper alzarsi in volo quando il vento lo permette
ricordando sempre che non siamo uccelli ma siamo umani fatti per stare nella
maggior parte della vita con i piedi a terra.
La felicità è saper dare senza chiedere, è vedere che i propri figli abbiano occhi sereni
quando guardano la vita, la felicità sta
nel ricordare i propri genitori come qualcosa di prezioso sia se ancora li
abbiamo o non ci sono più, la felicità sta negli amici (purtroppo rari) che
quando hanno bisogno di te tu ci sei.
La felicità è la vita che è nata insieme a noi, che purtroppo molti perdono per la strada quando
nascondono a se stessi di aver bisogno dell’altro…………….
(ovviamente questo esula sia i
poveri che i ricchi che invece vivono nella saggezza di sapere chi sono e come
si vive con dignità e rispetto… quindi felici).