"Come
dalla diretta luce del sole al derivato riflesso della luna, è il passaggio
dalla rappresentazione intuitiva, immediata, che sostiene e garantisce se
stessa, alla riflessione: agli astratti, discorsivi concetti della ragione, che
tutto il loro contenuto hanno solo da quella conoscenza intuitiva ed in
rapporto a lei. Fino a quando noi restiamo nella pura intuizione, tutto è
chiaro, solido e sicuro. Non ci sono problemi, né dubbi, né errori: non si
domanda di più, non si può andar oltre; si ha riposo nell'atto d'intuire,
soddisfazione nel presente. L'intuizione basta a se stessa: quindi ciò che da
lei scaturisce puro ed a lei è rimasto fedele, come per esempio la genuina
opera d'arte, non può mai essere falso, né essere giammai confutato: perché non
si tratta di opinione, bensì della cosa stessa. Con la conoscenza astratta
invece, con la ragione, penetrano nel campo teoretico il dubbio e l'errore, nel
campo pratico l'ansia e il pentimento. "
(Schopenhauer,
Il mondo)
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Qui per
intuizione Schopenhauer intende quell'attività complessa, sensoriale e
intellettiva, che ci permette di arrivare alla rappresentazione, l'immagine,
delle realtà con cui entriamo in relazione diretta
si ha
riposo nell'atto d'intuire, soddisfazione nel presente
è chiaro
che dipende da cosa ci troviamo davanti, però è certamente vero che accade di
perdere la capacità di distinguere tra intuizione immediata, percezione della
realtà per quella che è, e processi di pensiero che infine alterano l'identità
della realtà che abbiamo davanti
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